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Introduzione
Ad Agropoli la difesa del diritto alla salute si fa sentire forte e chiara. La città cilentana si prepara a una nuova mobilitazione, con una manifestazione organizzata per chiedere la riapertura del Pronto Soccorso dell’ospedale locale, chiuso da ormai diversi anni. L’evento, che coinvolgerà cittadini, amministratori e associazioni, mette al centro una richiesta fondamentale: garantire alla comunità servizi sanitari essenziali.
Un corteo per difendere la sanitĂ locale
La protesta prenderà il via venerdì 8 agosto alle 18:00 da Piazza della Repubblica, proprio davanti al Municipio di Agropoli. Da qui, un corteo simbolico attraverserà la città per raggiungere il presidio ospedaliero in località Marrota. La scelta del percorso è significativa: una camminata che vuole rappresentare la volontà collettiva di non arrendersi e di rivendicare, con decisione e civiltà , il proprio diritto alla salute.
Il peso della comunitĂ digitale
Oltre alla presenza in piazza, la mobilitazione trova spazio e forza anche online. Una comunitĂ digitale attiva, radunata soprattutto su WhatsApp, coordina la partecipazione e rilancia iniziative, coinvolgendo centinaia di cittadini nella battaglia per il pronto soccorso. Questo dimostra come la protesta sia trasversale e sentita da tutta la popolazione, che teme di essere privata per sempre di un servizio fondamentale.
Una battaglia civile, senza bandiere politiche
Gli organizzatori ci tengono a ribadire che la manifestazione non ha colori partitici: si tratta di un’azione spontanea, condivisa da tutte le fasce della cittadinanza e da rappresentanti istituzionali locali. L’appello è chiaro e diretto alle istituzioni: garantire servizi sanitari adeguati a un territorio che, specie in estate, accoglie migliaia di visitatori e rischia di restare sguarnito nei momenti di maggiore emergenza.
Il diritto alla salute non può attendere
La manifestazione di Agropoli è solo l’ultimo atto di un percorso già segnato da raccolte firme e richieste ufficiali. In ogni occasione, la voce dei cittadini si è unita per reclamare il rispetto di un diritto basilare: la salute pubblica. La chiusura del pronto soccorso rappresenta, per molti, il simbolo di un progressivo abbandono che non può e non deve continuare.